Monumento, Storico

Santuario dell’Incancellata

Il Santuario dell’Incancellata, ubicato non lontano dal centro storico la chiesa, viene costruito nelle forme attuali alla fine del XVII secolo per conservare l’immagine dipinta in una piccola edicola sacra raffigurante la Vergine che allatta il Bambino

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In località “Casalini” o “Pozzo Antico” sorgeva una piccola edicola sacra dove era dipinta un’immagine della Vergine che allatta il Bambino. Tale “figuretta” era di proprietà della famiglia Martinelli di Corinaldo che nel 1586 la donò all’Arciconfraternita del Gonfalone di Corinaldo, già proprietaria della Chiesa di Santa Maria di Piazza (edificio demolito agli inizi del XX secolo e ubicato tra l’attuale Via del Corso e Largo X Agosto) . Negli anni successivi l’edicola, posta più a valle rispetto alla chiesa attuale, venne trasportata dove si trova attualmente e attorno ad essa fu costruita una prima piccola chiesina che corrisponde all’odierno presbiterio delimitato dalla cancellata. Successivamente l’accorrere di un grande numero di fedeli e pellegrini che vi si recavano per adorare la sacra e miracolosa immagine convinse i confratelli del Gonfalone ad erigere una casa per il custode e una loggia per il ricovero dei pellegrini, trasformata poi in chiesa. Davanti ad essa correva un piccolo rivo d’acqua che fu convogliato in un pozzo dentro la chiesa e dalla quale provenivano miracolose guarigioni. Prelati, cardinali, principi assieme a semplici uomini accorrevano numerosi per venerare questa sacra icona e per bere o lavarsi in questa prodigiosa acqua. Nel 1690 la chiesa venne ricostruita completamente, tranne la parte retrostante la cancellata, costruita nel 1625 nelle forme attuali e proprio in quell’occasione il rettore di allora, don Filippo Fontini, fece dipingere il San Gaetano ora collocato nell’altare di destra e attribuito al fermano Ubaldo Ricci (1669 – 1731). È la Chiesa dove Santa Maria Goretti andava a pregare. L’affresco con l’immagine della Vergine che allatta il Bambino collocato dietro l’altare maggiore, è stato restaurato nel 2007 e l’eliminazione delle successive ridipinture ha riportato l’opera alla sua originale stesura. L’affresco potrebbe essere riconducibile a un non meglio noto magister Joannes da Crema pittore documentato a Corinaldo dal 1490 al 1533.

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