La chiese della Valmivola conservano centinaia di tavolette dipinte commissionate spesso da persone di umili condizioni che di fronte ad uno scampato pericolo hanno voluto lasciare un segno per ringraziare la Madonna o i santi.
Particolarmente suggestive le tavolette votive conservate presso il Santuario della Madonna della Rosa ad Ostra. Molte sono le disgrazie evitate rappresentate nei dipinti: incidenti domestici, intere famiglie scampate alle malattie, tempeste affrontate nel mare.
Le tavolette votive esprimono da sempre la religiosità e la fede nei miracoli delle classi popolari.
Chiese, santuari e cappelle della Val Mivola conservano centinaia di tavolette dipinte, commissionate spesso da persone di umili condizioni ( contadini, pescatori,carrettieri, popolane) che di fronte ad uno scampato pericolo hanno voluto lasciare un segno per ringraziare la Madonna o il santo o la santa alla cui intercessione hanno attribuito il merito per la grazia ricevuta.
Quel popolo escluso dalla ritrattistica ufficiale si riappropria della propria immagine raccontando attraverso le tavolette dipinte storie ambientate all’interno del proprio contesto familiare e sociale.
Proprio gli ex voto permettono allo storico di acquisire informazioni preziosissime sulle condizioni di vita delle classi più umili, sui luoghi dove vivevano, sugli oggetti che usavano, sul duro lavoro dei campi, sulle malattie che le affliggevano.
Le disgrazie, rappresentate nel dipinto, alle quali coloro che commissionavano l’opera erano scampate erano le più varie: il biroccio che si rovescia con il suo carico, le cadute dalle scale a pioli di uomini e donne intenti a raccogliere frutti, la caduta nel pozzo antistante la casa colonica, una donna aggredita nel chiuso di una stalla da una mucca imbizzarrita, un uomo incornato dal toro, intere famiglie sfuggite al tifo o alla pellagra, tempeste nel mare.
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