Ritorna Senigallia Concerti. Per il secondo anno il Comune di Senigallia e l’Associazione Culturale LeMuse portano, tra il Teatro la Fenice e l’Auditorium San Rocco una rassegna che, in nove appuntamenti tra ottobre e aprile 2024, propone generi e organici differenti e allarga lo sguardo oltre il consueto mondo musicale.
Senigallia Concerti è «una vivace attività concertistica quale prosecuzione di un percorso iniziato l’anno scorso presso il teatro la Fenice e che ha dato ottimi risultati in termini di consenso e partecipazione. La collaborazione con l’Associazione LeMuse, sotto la guida artistica del Maestro Mondelci, si conferma un connubio ottimale che ci consente di ospitare solisti, orchestre e gruppi in un’ottica di promozione dell’eccellenza artistica e culturale internazionale», afferma Massimo Olivetti, Sindaco di Senigallia.
Per la seconda edizione la rassegna concertistica «propone un calendario particolarmente ricco ci concerti, otto concerti al Teatro La Fenice e un concerto al San Rocco, con i grandi nomi del panorama internazionale a fianco dei giovani vincitori dei più prestigiosi concorsi del mondo, i gruppi cameristici e le grandi orchestre, la musica antica e quella contemporanea. Senza dimenticare lo sguardo al futuro e la programma-zione destinata alle scuole, le proposte che si susseguono ci portano in un mondo musicale senza muri e senza barriere, dove la parola ‘classico’ si allarga dai capolavori sin-fonici e cameristici del passato per comprendere le espressioni musicali del nostro tempo, ormai appartenenti a buon diritto alla storia della musica – sottolinea il M° Federico Mondelci, Direttore Artistico di Senigallia Concerti – Sono felice di mettere al servizio della città di Senigallia la mia lunga esperienza di concertista e direttore artistico che si concretizza in questo progetto, che per il suo valore è stato accreditato dal Ministero della Cultura e dalla Regione Marche».
Ad apertura e chiusura della Stagione due grandi orchestre, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta da Jacopo Sipari di Pescasseroli (20 ottobre con “Rach 2 i il Nuo-vo Mondo”) e la FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da Luigi Pio-vano (5 aprile con “Viaggio sul Reno”). In entrambe i casi, il programma propone una pagina tra le più amate del repertorio – la Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” di Dvořák e la Sinfonia “Renana” di Schumann” – accostata ad un popolarissimo capolavoro solistico – il Secondo di Rachmaninov e il Secondo di Brahms – affidati rispettivamente a due pianisti virtuosi, acclamati interpreti del panorama internazionale, Giuseppe Albanese e Boris Petrušanskij.
L’itinerario internazionale è protagonista del secondo appuntamento “Latino Mediterraneo” (15 novembre), che vede sul palcoscenico una delle compagini cameristiche più accreditate in ambito internazionale, I Solisti Aquilani, in un percorso nel quale il ‘barocco’ Concerto Grosso di Bacalov (affidato al violino di Daniele Orlando) si abbina all’originale fisarmonica di Richard Galliano, che come autore e solista ha cambiato il volto a questo strumento.
Ancora un crossover, questa volta tra i secoli, caratterizza il “Concerto dell’Avvento” (17 novembre): nella raccolta cornice dell’Auditorium San Rocco, gli archi di chiara fama e di straordinario spessore dell’Umbria Ensemble assieme ad un’interprete dai mille volti artistici, il mezzosoprano Daniela Pini, ci porteranno in un viaggio nel tempo e tra sacro e devozionale che dal Barocco di Caccini passando da Mozart arriva alla fine dell’Ottocento con Mascagni.
Natale con il Gospel. E’ la proposta del cartellone di Senigallia Concerti. L’appuntamento in musica è al Teatro La Fenice di Senigallia il pomeriggio del 25 dicembre, alle ore 17. Per vivere una suggestiva atmosfera natalizia si esibirà il gruppo Gospel JP & the Soul Voices.
L’ensemble, che proviene dalla House of Blues di Orlando (Florida), è uno dei complessi più accreditati nel genere in ambito internazionale.
Dopo avere svolto la propria attività nei grandi resort circostanti l'area di Disney World, JP & the Soul Voices è stato notato da leggende del gospel quali Donnie McClurkin e Yolanda Adams, che ne hanno invitato i componenti in veste di coristi per le loro tournee nazionali. Da quel momento il gruppo ha collaborato poi con altri nomi di primo livello nel genere, quali Dorinda Clark Cole, Todd Dulaney, Jovonta Patton, LaRue Howard per portare in Europa un repertorio unicamente gospel, dove il grande sound soul della tradizione del sud degli Stati Uniti si fonde agli spiritual e le sonorità più attuali.
Il suo leader indiscusso è il fondatore, il reverendo John Polk, che è anche un grande entertainer oltre che voce, ed è capace di coinvolgere il pubblico creando un'atmosfera di grande festa e gioia.
Il programma propone i classici di questo genere, tra cui il celeberrimo “Oh happy Days”, arrivando fino ai brani fortemente contaminati dal rhythm and blues che esaltano per vocalità e ritmo in un mix comunicativo e gioioso.
Nel nuovo anno la volontà di incrociare generi e mondi musicali prosegue (14 gennaio) nella proposta di uno dei giovani trii più quotati sulla scena internazionale, il “Trio Chagall” (Edoardo Grieco, violino – Francesco Massimino, violoncello – Lorenzo Nguyen, pianoforte).
Il Trio si è distinto in concorsi internazionali, tra i quali ricordiamo quello ottenuto alla ventesima edizione del “Premio Trio di Trieste” e, recentemente al prestigiosissimo “Schoenfeld International String Competition” di Harbin, in Cina, dove è stato il più giovane ensemble da camera ad essere stato premiato nella storia della manifestazione. Ha inoltre ottenuto l’Amadeus Factory nel 2018, il “Giovanna Maniezzo”, dalla Giuria dell’Accademia Musicale Chigiana, e la nomina di “Ensemble dell’anno 2020/2021” da Le Dimore del Quartetto.
Questi giovanissimi esecutori, età media vent’anni, invitano il pubblico a soffermarsi su due tappe della curiosa vicenda storica del trio per archi e pianoforte. Nato a fine ‘700, quando al clavicembalo si sostituisce il pianoforte e bisogna ristabilire gli equilibri che nel corso dell’ultimo secolo e mezzo si erano creati tra archi e tastiera, il genere viene stabilizzato da Haydn, divenendo un vero e proprio genere ‘da concerto’ solo con Beethoven, ed è a Beethoven che si ispirano gli autori successivi, come fa Mendelsshon nel Trio op. 49, che è il primo elemento del dittico musicale proposto dal Trio Chagall.
Con un salto di quasi cento anni, il secondo brano in programma ci porta a metà Novecento, quando il genere cameristico si adegua con duttilità ad esprimere la sintesi di un pensiero estetico con un linguaggio aggiornato e innovativo. Proprio come nel Trio n.2 di Shostakovich, autore la cui esperienza artistica è condizionata dai mutamenti estetici avvenuti in Unione Sovietica nella prima metà del XX secolo. Composto durante la II Guerra Mondiale, per questa ragione il brano alterna una forte colorazione drammatica a momenti di accesa elegia e a squarci di danza grottesca.
Prima Nazionale nel cartellone di Senigallia Concerti. Domenica 18 febbraio alle ore 17, al Teatro La Fenice, debutterà lo spettacolo “THE BEST OF STEVIE WONDER & RAY CHARLES” con l’Orchestra Lemuse, Massimo Morganti (trombone solista e arrangiamenti) e Federico Mondelci (sassofono solista).
Una produzione originale presentata a Senigallia in prima nazionale che propone al pubblico, per la prima volta in chiave strumentale, i brani più rappresentativi dei due “giganti” della musica di tutti i tempi: Stevie Wonder e Ray Charles.
Canzoni che hanno emozionato e accompagnato generazioni di persone e che oggi rappresentano un classico della musica soul, potranno rivivere in questo spettacolo grazie agli arrangiamenti straordinari scritti da Massimo Morganti per una grande orchestra composta da 23 musicisti che comprende strumenti ad arco, ritmica di pianoforte, basso elettrico e batteria. Due i solisti: Federico Mondelci e Massimo Morganti rispettivamente al sax e al trombone.
Ray Charles, per gli amici “The Genius”, fonde in maniera unica e originalissima l'intensità emotiva e la drammaticità del gospel con sonorità e stili diversi, dal country al jazz al pop al rhythm'n'blues. Da questa miscela Charles stabilisce i punti di riferimento della soul music, la “musica dell’anima”, nella quale coniuga libertà interpretativa e improvvisazione con il rispetto per la musica dei padri, regalando anche a pagine notissime una profondità mai nemmeno immaginata. Inutile dire che, almeno all’inizio, all'entusiasmo di gran parte del pubblico verso questa nuova musica, si contrappose l’indignazione dei puristi (presenti equamente in ogni ambito musicale…), di coloro cioè che non ammettendo incroci tra i generi non accettavano la commistione tra musica sacra (il gospel) e musica profana (il rhythm’n’blues). Ma il soul intanto era nato, e con esso alcuni dei successi immortali di Charles, come Georgia On My Mind, Hit The Road Jack o Hallelujah! I Love Her So.
Stevie Wonder è uno degli artisti più rappresentativi della Motown, l’etichetta nata da un’idea di Berry Gordy jr, a Detroit. Dal soul parte tuttavia Stevie, che si presenta come innovatore, miscelando con sapienza infinita funk e soul, tentazioni jazz e pop d’alta classe, introducendo nella più aggiornata musica nera passaggi melodici e sonorità inedite che avrebbero influenzato tutte le generazioni successive di artisti neri (e non solo). Ed è proprio grazie a ciò che pezzi come I Just Call To Say I Love You (colonna sonora del film “The Woman in red”) o Superstition, Isn't She Lovely, Sir Duke o I Wish, dove la facilità di ascolto si coniuga ad un’indubbia genialità compositiva, godano da sempre di una straordinaria popolarità.
Dal secolo scorso arriviamo al terzo millennio con i due concerti che seguono nella Stagione affidati ad artisti poco più che ventenni vincitori di alcuni dei concorsi internazionali più prestigiosi del mondo e straordinari interpreti di una ‘classica’ finalmente aggiornata.
Il violinista Giuseppe Gibboni ha riportato in Italia dopo oltre vent’anni di stranieri il Premio Paganini, mentre la chitarrista Carlotta Dalia ha vinto col suo strumento il Paganini di Parma. Entrambi virtuosi impeccabili propongono “Nel nome di Paganini” (10 marzo) un gustoso viaggio cameristico, alternando nelle pagine di Paganini, Tartini, Scarlatti, Bach e Piazzolla l’abilità tecnica alla sensibilità espressiva.
Infine, prima dell’ultimo grande appuntamento sinfonico, troviamo l’unico concerto della Stagione affidato ad un solista, Arsenij Mun (23 marzo).
Ha fatto parlare di sé al mondo il giovane pianista russo-americano Arsenii Mun quando, in occasione del 64° Concorso Internazionale Busoni, ha ottenuto il primo Premio Assoluto per la prima volta all’unanimità in 28 anni. Oltre a questo ambito premio ad Arsenii Mun è stato conferito all’unanimità anche il Premio speciale “Arturo Benedetti Michelangeli” a quindici anni dall’ultima assegnazione.
La sua epica impresa è stata documentata in un CD allegato alla prestigiosa rivista musicale “Amadeus” di Gennaio 2024 che ha definito Arsenii Mun “L’Uragano del Busoni” https://amadeusmagazine.it/prodotto/n-389-gennaio-2024-in-edicola/
Oggi Arsenii Mun è il giovane pianista più ambito dalle grandi orchestre e festival internazionali ed è un vero privilegio averlo a Senigallia Concerti in questa esibizione che si configura come una Prima Regionale.
Il programma proposto a Senigallia, di rara bellezza e di trascendentale difficoltà, ripercorre in buona parte la sua esecuzione al Busoni: si parte dalla visione novecentesca di Bach offerta da Busoni (1909), si prosegue con la Sonata n.52 di Haydn (1798) nella quale il musicista, come scrisse Goethe, alterna “temperamento e sensibilità, spontaneità, dolcezza e forza”. Dal classicismo di Haydn si arriva al Romanticismo di Chopin, con Tre Mazurke (1832-34), dove lo spirito patriottico si racchiude in piccole personalissime gemme, affiancate ad una delle ultime geniali intuizioni dell’autore, la Barcarolle (1846) nella quale l’antico canto tradizionale si trasforma in un ipnotico sogno timbrico. Ipnoticamente narrativa è anche la Sonata Fantasia op. 19 di Scrjabin (1898) così come il sogno ipnotico contraddistingue Gaspard de la nuit (1909) che Ravel compone con l’intento di scrivere le pagine più difficili di quanto fosse mai stato scritto fino a quel momento. Questo incredibile itinerario musicale si conclude con la Rapsodia ungherese n. 2 (1851) di Liszt dove il mondo delle piccole orchestre tzigane viene riletto in un affascinante caleidoscopio tecnico-timbrico.
Nella volontà di coinvolgere poi anche i più giovani ed invogliarli all’ascolto dal vivo della musica d’arte, l’Associazione LeMuse allarga lo sguardo anche al nuovo pubblico, agli studenti delle scuole secondarie, con un’offerta formativa che riguarda nello specifico, fra febbraio ed aprile, gli appuntamenti del “Family Concert” (Musica e natura, con musiche di Beethoven e Gattomachia, con musiche di Sciortino, Saint Saëns e Rossini), oltre a prevedere, secondo modi e tempi ancora da stabilire e che verranno comunicati tempestivamente, approfondimenti su alcuni dei concerti della Stagione destinati espressamente alle scolaresche.
Venerdì 5 aprile, alle ore 21, al Teatro La Fenice di Senigallia con il concerto sinfonico dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, si conclude il prestigioso cartellone di SENIGALLIA CONCERTI, stagione promossa dal Comune di Senigallia e Associazione Lemuse, con la direzione artistica del M° Federico Mondelci e si avvale del sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Marche.
Sul palcoscenico l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta dal maestro Luigi Piovano con Boris Petrušanskij nel ruolo di solista.
A Boris Petrušanskij, pianista di fama internazionalmente, è affidata la partitura del Concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Brahms, uno dei più difficili del repertorio per pianoforte, dove monumentalità e tecnica virtuosistica si sposano con la ricerca orchestrale dell’autore, in una sorta di ‘sinfonia per pianoforte e orchestra’, dove il ruolo del solista viene esaltato nello spessore del tessuto sinfonico.
Completerà l’itinerario musicale europeo lungo la linea Reno-Danubio la Sinfonia n. 3 di Schumann, celebre col sottotitolo di “Renana”, un omaggio che si dipana tra il ricordo dei paesaggi e l’evocazione storica del grande fiume Reno.
L’Orchestra sarà guidata da Luigi Piovano, direttore d’orchestra dal curriculum prestigioso, anche come violoncellista dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia a fianco del M° Antonio Pappano
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