La costruzione della chiesa dei Santi Pietro e Paolo risale agli anni a cavallo tra Cinquecento e Seicento si deve ai fratelli Giuliano e Ippolito Della Rovere, rispettivamente abate dell’Abbazia benedettina di San Lorenzo e signore di Castelleone. L’edificio attuale è frutto degli interventi eseguito dopo i danni conseguenti il secondo conflitto mondiale.
...L’attuale chiesa parrocchiale sostituisce la precedente e più piccola chiesa di San Pietro situata sulla soprastante Rocca e non più adatta a svolgere le sue funzioni. Anche la realizzazione di questa nuova chiesa parrocchiale si deve ai fratelli Giuliano e Ippolito Della Rovere, abate dell’Abbazia benedettina di San Lorenzo il primo e marchese dello stesso luogo, nonché signore di Castelleone, il secondo. Non senza qualche confusione nel tempo con i Duchi di Urbino, dei quali sono cugini, e ancor più per il fatto che la figlia di Ippolito, Livia, ha sposato proprio il sesto ed ultimo duca Francesco Maria II. Per l’edificazione della nuova chiesa parrocchiale l’abate Giuliano ed il fratello concedono un vasto fabbricato sulla destra della porta di accesso al castello, in passato probabilmente adibito a casermaggio della locale guarnigione. Originariamente ad una sola navata, l’edificio è stato poi ampliato in varie occasioni. Una prima volta sulla parte destra ad opera della Confraternita del SS. Sacramento con la realizzazione di una seconda navata oltrepassante la cinta muraria del castello e successivamente anche sulla parete di sinistra con la realizzazione di tre cappelle laterali. E così è rimasto fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando, oltre all’abbattimento della torre dell’orologio situata sopra la porta di accesso al castello, si è provveduto anche ad un radicale rimaneggiamento dell’edificio sacro gravemente danneggiato dalle cannonate. La chiesa diviene a tre navate, una su ciascun lato dell’originaria navata centrale, si realizza l’abside semicircolare oltrepassante la cinta muraria del castello e si riposiziona la nuova sacrestia.
Il campanile, inizialmente collocato sulle mura castellane “a mezzogiorno” dietro l’altare del SS. Crocifisso, attorno alla metà dell’Ottocento è stato spostato nella parte centrale dell’edificio sull’altro lato tra la chiesa e la canonica e a fianco del quale verranno poi realizzate le cappelle laterali, per essere infine riportato sulle mura castellane sempre a sinistra della nuova abside e all’interno della nuova sacrestia. La navata centrale della chiesa ha volta a tutto sesto, mentre quelle laterali sono a botte. Le decorazioni del “catino” dell’abside sono opera dei famosi decoratori ostrensi Marcantonio e Tarcisio Bedini, padre e figlio, mentre le tre porte di bronzo di accesso alla chiesa sono state donate dalla famiglia del comm. Cristoforo Marcelli e sono state realizzate nel 2003 dallo scultore Ubaldo Ferretti di Grottammare. All’interno della chiesa sono esposti un’Annunciazione del XVII attribuita ad Antonio Viviani, detto il Sordo, un Sant’Antonio abate di ignoto pittore baroccesco, una Madonna assunta sempre del XVII secolo attribuita a Terenzio Terenzi detto il Rondolino, il San Martino in maestà opera del 1564 di Ercole Ramazzani, nonché una scultura raffigurante san Pietro Martire, patrono del paese.